THE HOLDOVERS-Lezioni di vita ( The Holdovers, USA 2023)
DI ALEXANDER PAYNE
Con PAUL GIAMATTI, DOMINIC SESSA, Da'vine Joy Randolph, Carrie Preston.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Tra titoli assai riusciti ( "A proposito di Schmidt", "Sideways", "Nebraska") e qualcuno un po' meno ( "Downsizing- Vivere alla grande "), Alexander Payne ha realizzato, ad oggi una filmografia che inquadra personaggi a margine delle vite altrui, quelli a cui non si fa molto caso, e racconta le loro storie. Anche in "The Holdovers", il regista ambienta in New England, nel 1970 il racconto di un insegnante di lettere antiche che, per le vacanze di Natale, rimane nell' accademia in cui lavora e in pratica vive, a gestire quattro ragazzi di famiglia facoltosa, ai quali si aggiunge un altro, di indole ribelle e scontrosa: quando il padre di uno dei ragazzi viene a prenderli in elicottero per portarli a finire l' anno in una località di montagna, solo l' ultimo aggiunto rimane assieme al docente e alla cuoca nera, che ha da poco perso il figlio in Vietnam. Essendo il professore rigido e il ragazzo problematico, da subito partono screzi e scintille, ma, complice un viaggio a Boston i tre, e specialmente tra l' erudito ma spinoso insegnante e il giovane si svilupperà un rapporto, in due settimane, che segnerà entrambi. Fatto di piccoli quadretti che possono ricordare i "Peanuts" di Charles Schulz, "The Holdovers", come in altro cinema di Payne, è anche viaggio e scoperta di segreti e rivelazioni di punti nevralgici da parte di persone che tendono a non aprirsi al prossimo: nella felice ambientazione agli inizi di una decade oggi guardata come forse l' ultima dei grandi ideali e delle speranze per un futuro in un mondo migliore, il film è narrato con un'ironia gustosa, che attrae il sorriso dello spettatore pur lasciandolo sempre in punta di labbra, salvo chiudersi su un finale particolarmente toccante. La sobrietà dello stile del regista non lascia presagire una conclusione che all' improvviso può commuovere il pubblico: Paul Giamatti, giustamente candidato all' Oscar, impersona con aderenza notevole un tipo ispido eppure straordinariamente simpatico, che si è fatto forte di una serena infelicità, e pare un attore interessante il giovane Dominic Sessa, in un ruolo di ragazzo apparentemente viziato che via via svela una fragilità che non lascia indifferenti, e figura assai bene la scoperta Da'Vine Joy Randolph a completare il trio. Una commedia dai risvolti amarognoli che fa sì che ai perdenti che mette in scena , venga riconosciuta una solida dignità, e, in poco più di due ore, si arrivi a esser loro affezionati.
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