DI LEONARDO D'AGOSTINI
Con STEFANO ACCORSI, ANDREA CARPENZANO, Ludovica Martino, Massimo Popolizio.
DRAMMATICO
Diversissimi in tutto, Valerio e Christian si incontrano, perché il primo, insegnante che è al momento senza lavoro, viene scelto dal presidente della Roma, nelle cui file il secondo gioca, ed è una delle stelle, per fargli da precettore e così recuperare il ragazzo che, distratto dalle troppe fatuità di un mondo tutto di superficie e fasullo, rischia di perdersi, e così compromettere il patrimonio, anche economico, che costituisce per la società. Dopo gli ovvi stridori dei primi incontri, tra i due nasce un rapporto fatto di stima e ascolto, fino a rasentare l'amicizia: l'uomo ha un trauma dietro di sé che non lo fa vivere bene, il giovane un ambiente che gli sta addosso, e si arriverà anche a una rottura. Il film è l'esordio di Leonardo D'Agostini, "benedetto" da due dei nomi tra i più promettenti dell'attuale e futuro cinema italiano, come Matteo Rovere e Sidney Sibilia, e, in effetti, il taglio del lungometraggio ha un respiro più internazionale del solito, quasi all'americana, per certi versi, come sul ritmo del racconto e il modo di raccontare: se ne sfrutta le parti positive, "Il campione" ne prende anche quelle meno, con tanto di montaggio a suon di musica e immagini corroboranti per narrare la progressione dei personaggi verso un obiettivo (alla "Rocky" per intendersi), o un vago pressapochismo nel tirar fuori cliché come alcuni personaggi di contorno ( i parassiti per Christian, la moglie che condivide un passato spezzato per Valerio). Nella sostanza, il film è uno spettacolo gradevole, che non coinvolge più di tanto, perché ogni passaggio cruciale è largamente previsto dallo spettatore, mediamente: Stefano Accorsi apporta quella sua sdrucita inconcludenza che sta diventando un pò la sua cifra attoriale, anche se riveste con credibilità il proprio personaggio, Andrea Carpenzano si conferma un interprete capace, dalla grinta accattivante, che, però, dovrà cominciare ad uscire dal prestar volto a personaggi in odor di coatto, per non rimanere ingabbiato in un tipo.
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