lunedì 26 luglio 2021


 
VOLEVO NASCONDERMI (I, 2020)

DI GIORGIO DIRITTI 

Con ELIO GERMANO, Andrea Gherpelli, Francesca Manfredini, Valerio Traldi.

DRAMMATICO/BIOGRAFICO 

Uscito appena dopo il festival di Berlino 2020, e quindi penalizzato fortemente dalla maledetta esplosione dell'emergenza Covid, "Volevo nascondermi", quarta regia in quindici anni di Giorgio Diritti, è divenuto poi il film simbolo della ripartenza delle proiezioni collettive della prima riapertura delle sale, nell'Estate seguente. Ovunque presentato, il film su Antonio Ligabue, ha fatto incetta di premi, dal festival tedesco, ove Elio Germano si è aggiudicato il premio quale migliore interprete, ai David di Donatello ( sette vinti), ai Nastri d'Argento. Concepito come un racconto di una vita, ma con la scansione irregolare di una mente non consueta come quella del pittore protagonista, il film ne narra l'infanzia infelice in Svizzera, e il prosieguo carico di dolore filtrato dalla sensibilità smisurata, dagli attacchi d'ira e dalla creatività dell'artista in divenire. Diritti illustra con partecipazione una vita solitaria, tra l'ignoranza che deride quel che non capisce ed è per forza di cose "diverso", e il percorso tra stupori come di un fanciullo, e ritrosie caratteriali, di un genio dalle spine evidenti. Mai pietistico o troppo insistente sulle potenziali derive verso il melodramma, il film è scritto e diretto con sobrietà e apre alla compassione verso una creatura tanto disgraziata, quanto tenace nel cercare di esprimere il proprio mondo interiore: la scena in cui Ligabue ritrova la signora che ne aveva incoraggiato l'estro è realizzata con raro tatto, e suscita una commozione non scontata. Un cast funzionale, attorno alla strepitosa prova di Elio Germano, che infonde alla raffigurazione del pittore una carica che la padronanza dei propri mezzi attoriali calibra nella furia e nella tenerezza. Nota di merito, tra le altre cose, ai truccatori, che compiono un lavoro magistrale sugli attori, facendo percepire il segno del tempo con la massima verosimiglianza.







 DUE SOTTO IL DIVANO (Hopscotch, USA 1980)

DI RONALD NEAME
Con WALTER MATTHAU, Glenda Jackson, Ned Beatty, Sam Waterston.
COMMEDIA
L'agente CIA di lungo corso Walter Matthau viene silurato dal nuovo dirigente Ned Beatty, che gli preferisce il più giovane Sam Waterston: indispettito dal trattamento ricevuto dopo anni spesi al servizio dell'Agenzia, il protagonista scrive un libro di memorie che sa benissimo che gli costerà dei rischi, ma diventa rapidamente un best-seller. Segue una sfida a distanza tra Matthau e Beatty, con mosse a sorpresa e stratagemmi per mettersi nel sacco a vicenda. Due anni dopo il grande successo di "Visite a domicilio", vengono rimessi insieme Walter Matthau e Glenda Jackson, per ripetere il buon gioco di attori che aveva determinato il risultato del film del '78. Ma alla bravissima attrice inglese la sceneggiatura riserva troppo poco spazio per farne risaltare le doti, e la regia dell'onesto Ronald Neame, anch'egli britannico, tiene il timone senza impennate. Alla fine, il film è gradevole, ma per nulla memorabile, Matthau va di mestiere, e il resto del cast  per conseguenza si adegua. La battuta migliore? Una bella pilota di aerei che ha appena trasportato Matthau gli dice "Lei è simpatico, mi ricorda molto mio padre." E la sardonica risposta: "È sempre stato il mio problema!".

giovedì 22 luglio 2021



 BLACK WIDOW (Black Widow, USA 2020)

Di CATE SHORTLAND

Con SCARLETT JOHANSSON,  Florence Pugh, David Harbour, Rachel Weisz.
Anche questa grossa produzione ha conosciuto il non semplice stallo del lockdown che ha bloccato le sale cinematografiche, tenendole chiuse per mesi, facendole riaprire giusto un soffio prima dell'Estate; se l'ultimo 007, pronto per uscire ad Aprile 2020, è annunciato per il prossimo Novembre come titolo forte di fine 2021, "Black widow" è stato distribuito sia sulla piattaforma Disney +, che nelle sale cinematografiche. E se in America l'effetto di questa condizione ibrida pesa sugli incassi, visto che a una prima settimana entusiasmante per la casa di produzione, ne è seguita una seconda molto meno segnata dall'afflusso di spettatori desiderosi di vedere in azione l'unico Avenger femmina del primo titolo della serie. Sappiamo tutti che è un episodio "compensativo", dato che la Vedova Nera cui dà volto e forme Scarlett Johansson, non apparirà oltre nel mondo Marvel, essendo deceduta senza possibilità di ritorno in "Avengers- Endgame", sacrificatasi per permettere di vivere all'amico e compagno di ventura Hawkeye. Il film racconta il lasso di tempo che vide Natasha Romanoff fuggire in Russia dopo essersi schierata con Captain America contro le scelte governative che obbligavano i supereroi a una forma di controllo sotto lo Stato. Si svela così parte del segreto passato dell'eroina, come sia stata addestrata, e a chi è legata nella sua terra madre. Più violento della media dei film marvelliani finora usciti, più complesso nella presentazione dei caratteri, con una componente adulta obbligata, nel leggere rapporti e azioni dei personaggi principali, rappresenta una nuova fase, come si sapeva, dell'universo Marvel cinematografico. Dopo una scena d'avvio molto concitata, il film prosegue in una prima parte che presenta altre accelerazioni action di buon livello, come la fuga dal carcere di massima sicurezza circondato dalla neve, e arriva ad una seconda metà più teorica, in cui si rasenta, per eccesso di volontà di fare chiarezza, la macchinosità in un paio di occasioni. Tuttavia le citazioni dagli 007 dell'era Roger Moore non dispiacciono, la tesi dei legami di vita che possono dimostrarsi anche più tenaci e inestinguibili di quelli di sangue è trattata con cura, e le due ore e un quarto di proiezione non pesano affatto.


martedì 20 luglio 2021


RAYA E L'ULTIMO DRAGO ( Raya and the last dragon, USA 2020)

DI DON HALL, CARLOS LOPEZ ESTRADA, PAUL BRIGGS, JOHN RIPA

ANIMAZIONE

AVVENTURA/FANTASTICO 


Nell'era delle piattaforme digitali, rafforzate dall'effetto della obbligata permanenza domestica di milioni di potenziali fruitori, i film di produzione grossa pronti per uscire verso la metà del 2020 sono rimasti incastrati nella più grande sospensione che la distribuzione cinematografica abbia conosciuto. Ed ecco che titoli atti a totalizzare incassi considerevoli hanno dovuto conoscere una bizzarra uscita ibrida: sono stati immessi sulle rispettive piattaforme appartenenti agli studios che li hanno prodotti, o a queste sono stati ceduti, e poi sono stati fatti uscire anche nelle sale, ma per forza i risultati non hanno convinto. Che senso ha andare al cinema a spendere gli 8 euro di un biglietto quando si può vedere a casa con la miglior definizione lo stesso film, avendo già speso per gli abbonamenti (e lasciamo stare le visioni piratate)? Parlando del film, la storia di una giovane guerriera di stirpe nobile che parte alla ricerca dell'ultimo rimasto dei draghi che in un'epoca anteriore proteggevano gli uomini dal Male, qui sintetizzato in un Nulla che paralizza e rende uguali a statue, e nell'impresa viene accompagnata da una banda di fortuna che, al di là della parvenza brancaleoniana, riesce a contribuire all'epico intento, non è certo un'idea nuova. Però va dato atto a questo neoclassico disneyano, la cui tecnica di animazione somiglia, visto che tendenza vuole, al tipo di cartoon con personaggi meno bidimensionali, come Pixar ha insegnato, ha un intento educativo genuino: in una fase storica di recrudescenze nazionaliste, di miopia storica e di politici che trovano riscontro a fomentare le divisioni tra i popoli, ma anche tra le classi sociali, l'idea di un'umanità che trova la propria forza solo nell'unificare le forze, va apprezzata eccome. E lo sguardo sui cattivi, una volta tanto, induce a ritenerlo solo persone che hanno sbagliato strada davvero. 





 

venerdì 2 luglio 2021


MURDER AT  1600- Delitto alla casa bianca
( Murder at 1600, USA 1997)
DI DWIGHT D. LITTLE
Con WESLEY SNIPES, DIANE LANE, Alan Alda, Ronny Cox.
THRILLER

Chi ha ucciso la bella stagista bionda che abbiamo visto, nei titoli di testa, impegnata in un amplesso con un uomo, nelle stanze della Casa Bianca? Il 1600 del titolo originale è appunto il numero civico della dimora quadriennale ( a meno di una rielezione) del presidente degli Stati Uniti d'America: la ragazza uccisa aveva una tresca con il figlio del numero 1 americano, e viene scelto, per venire a capo della faccenda, un poliziotto nero dal senso pratico e dai modi spicci come Wesley Snipes, che sarà affiancato nell'indagine da una affascinante ex militare ora al servizio della Security presidenziale, che ha il volto sempre splendido di Diane Lane. La scoperta non sconvolge lo spettatore, ma risulterà un colpo di scena per i personaggi principali. Giallo medio, di onesta fattura, da parte di un regista che non dirà più di tanto in carriera, che si svolge per gran parte nella White House e nei suoi sotterranei e punti meno noti: il film è accettabile, a patto di non aspettarsi grandi cose, ma si risolve nel finale in un'americanata bella e buona, quando il presidente stende con un pugno il colpevole e il passo dopo è un prevedibilissimo scatto di suspence che negli anni Novanta era una logica inevitabile in ogni thriller di confezione.