SISTEMO L'AMERICA E TORNO
( I, 1974)
DI NANNI LOY
Con PAOLO VILLAGGIO, Sterling St. Jacques, Armando Brancia, Alfredo Rizzo.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Galoppino di un cumenda milanese che si diletta con una squadra di pallacanestro, Giovanni Bonfiglio viene inviato negli USA per portare in Italia un pivot che sembra aver davanti un radioso futuro: convinto di risolvere la cosa in due giorni, Bonfiglio si fa presentare il ragazzo, il quale manifesta da subito un carattere lunatico e scontroso, e pur avendo accettato l'offerta del magnate italiano, fa di tutto per complicare la vita all'intermediario, allo stesso tempo creando un rapporto d'amicizia con lui. Un Villaggio appena pre-Fantozzi, che in alcuni momenti sfoggia la comicità paradossale di cui era maestro, ma Loy sembra fin troppo controllare la vis del comico genovese: il quale si presta ben volentieri ai momenti anche drammatici della pellicola, senza sfigurare o risultare forzato. In una sorta di reportage in cui si vuole mostrare i grandi controsensi americani, la regia dell'autore de "Le quattro giornate di Napoli" è inusitatamente sciatta, spesso disordinata e confusionaria. Il copione cui hanno messo mano anche De Bernardi e Pinelli, vale a dire due delle migliori firme tra gli sceneggiatori italici dell'epoca, vuol mettere troppa carne al fuoco: parlare dei conflitti razziali, della società americana fin troppo idolatrata da molti giovani europei, dei dislivelli economici e della violenza sempre pronta a entrare nelle vite comuni in metropoli in cui, già allora, si aveva la percezione che fossero veri e propri formicai umani, in una commedia di un'ora e mezzo è fin troppo. Sterling St. Jacques, poi divenuto celebre come "il primo nero con gli occhi azzurri" ( ma usava lenti, come poi emerso) trova un buon affiatamento con Villaggio, ma la narrazione è eccessivamente episodica, ed il ritmo va a fasi alterne.