BOB & MARYS- Criminali a domicilio ( I, 2018)
DI FRANCESCO CRISPO
Con ROCCO PAPALEO, LAURA MORANTE, Simona Tabasco, Andrea Di Maria.
COMMEDIA
Coppia sposata da lungo tempo, in preparazione del matrimonio della figlia, cambia casa grazie ad uno stratagemma della parte femminile: ma nel nuovo appartamento si vede arrivare un trio di prepotenti camorristi, che "parcheggiano" nella casa dei soldi che i due protagonisti devono tenere nascosti, finchè i traffici dei malavitosi non possono riprendere tranquillamente. Uscito un pò alla chetichella, "Bob & Marys" è ambientato in una Napoli non consueta, inquadrando due persone per bene che finiscono invischiati nei gorghi del sottobosco criminoso, che per non subire vendette e rappresaglie a fatica accettano la situazione, ma un colpo di coda indotto dalla dignità, e dal senso di giustizia, farà in modo che i personaggi principali riguadagnino rispetto di sè e quello dello spettatore. Commedia con elementi noir, ma virati in leggero senza scadere nel superficiale, questo film diretto da Francesco Crispo si avvale di due buoni attori che formano una coppia brillante e sciolta, che, magari, delinea non troppo molti personaggi d'intorno per concentrarsi maggiormente su quei quattro o cinque al centro della storia. Tuttavia, si sorride con la complicità tra Rocco Papaleo e Laura Morante, mai a suo agio in un ruolo da commediante come in questa occasione.
LE NUOVE COMICHE ( I, 1994)
DI NERI PARENTI
Con RENATO POZZETTO, PAOLO VILLAGGIO, Ramona Badescu, Isa Gallinelli.
COMICO
Forti dell'ottimo successo arriso ai primi due "Le comiche", rispettivamente del 1990 e del 1991, il trio Parenti/Villaggio/Pozzetto ne allestirono un terzo segmento, con i due robusti sfasciatutto protagonisti di altre storielle in cui mettono a soqquadro gli ambienti in cui irrompono: se il primo film, tutto sommato, pur con goffaggini e approssimazioni, tuttavia l'obiettivo-risata riusciva qua e là a ottenerlo, già nel secondo il pressapochismo della confezione, la sguaiata e floscia ridda di gags di poco succo lasciava che la bocca dello spettatore inclinasse più allo sbadiglio che al riso. Qui, siamo alle solite: scarsa fantasia, cascatoni a profusione, botte in testa e ammicchi volgarotti, con le grazie della procace Ramona Badescu anelate dal duo Villaggio & Pozzetto, con il primo spesso con la lingua fuori e il secondo molto più odioso del solito, entrambi costretti in smorfie perpetue. Al tempo dell'uscita nei cinema, addirittura, ci fu una mezza polemica perchè nel trailer, in teoria, si prendeva in giro l'allora capo del governo Berlusconi: ma la presunta vena satirica di questo pastrocchio, che, fortunatamente concluse con un mezzo fiasco la serie, è talmente esangue che meraviglia che qualcuno se la sia presa per le sue battute....
CUORI SOLITARI ( I, 1970)
DI FRANCO GIRALDI
Con UGO TOGNAZZI, SENTA BERGER, Silvano Tranquilli, Clara Colosimo.
COMMEDIA
Ancor prima dei titoli, la coppia agiata formata da Stefano (Ugo Tognazzi) e Giovanna (Senta Berger), lui di sedici anni più grande, la scopriamo annoiata e persa nei clichès della consuetudine: per dare una scossa al mènage matrimoniale, l'uomo comincia ad interessarsi al nascente fenomeno degli scambi di coppia, che sui giornali, all'epoca, cominciava sfacciatamente con i fermo posta. Nonostante le ritrosie della donna, l'insistenza del marito, rivenditore di moquette, ha la meglio, ma i primi incontri sfociano nel ridicolo: finchè, nonostante tutto sembri come i voleri del maschio, la realizzazione della fantasia sia meno gradevole di come immaginata.... Franco Giraldi era un cineasta che non disdegnava il western, e per le commedie cercò spesso Tognazzi come protagonista di storie che non si vergognavano di mostrare personaggi con una bella dose di meschinità (vedere anche "La supertestimone"), e che pungolavano il maschio italiano che, a parole voleva ostentare mente aperta e adeguamento a nuovi orizzonti sessual-morali, ma poi faceva riemergere ben altro. "Cuori solitari", con tema abbastanza audace per essere un film nato a cavallo tra i Sessanta e i Settanta è una pellicola che, rivista oggi, presenta un interessante approccio, anche perchè non è affatto sguaiata, considerato l'argomento, ma è forse fin troppo consistente nel minutaggio. Ad una prima parte arguta e mordace, ne succede una seconda più floscia, che ogni tanto annoia, e si perita più che altro di arrivare al ribaltamento di prospettiva finale, con bacchettata finale all'ipocrisia borghese che, pur di non rispondere al vero, butta giù tutto ingoiandolo per il rispetto della facciata. Ugo Tognazzi era forse, tra i cinque grandi della commedia, quello più libero dai propri autoriferimenti e più curioso come attore nel rivestire ruoli anche ingrati (e la sua "medietà" fisica aiutava non poco in questo), e fa un ritratto di uomo mediocre con abilità e padronanza d'interprete, e Senta Berger, bellissima, permea di perplessità e leggera amarezza una donna insoddisfatta, ma migliore del partner.
TUTTO IL MIO FOLLE AMORE ( I, 2019)
DI GABRIELE SALVATORES
Con CLAUDIO SANTAMARIA, GIULIO PRANNO, Valeria Golino, Diego Abatantuono.
DRAMMATICO
Lungo le strade di Slovenia e Croazia, venendo "da Trieste in giù", come diceva la canzone, è il viaggio verso una meta effimera, due "concerti" di Willi, il "Modugno della Dalmazia", come si fa chiamare, ex cantante da crociera, che imita il grande Mimmo, mentre invece saranno prestazioni a un matrimonio gitano, e ad una gara di liscio per giovanissimi. La cosa curiosa è che lo segue il figlio Vincent, autistico ( anche se il film non specifica mai esattamente cosa abbia il ragazzo), fuggito dall'affettuoso controllo della madre e del marito che si è fortemente affezionato al figlio adottato. Dalla storia vera di Franco e Andrea Antonello, traslata già nel libro "Se ti abbraccio non avere paura", di Fulvio Ervas, un film sospeso tra avventura e sentimento che nell'imbracatura del road-movie, infila anche un inseguimento, quello della madre del ragazzo, assieme al marito, editore poco fiducioso verso i nuovi talenti; come risaputo, il titolo viene da un verso della canzone "Cosa sono le nuvole" di Domenico Modugno, che aveva musicato dei versi di Pasolini, collaborando al film "Capriccio all'italiana", ed è una delle riproposte del personaggio di Santamaria nei suoi concerti di poco conto, con cui tira a campare. Salvatores da qualche anno convinceva fino ad un certo punto, realizzando spesso pellicole buone per un pò tutti i mercati, ma che, nella sostanza, rimanevano operazioni abbastanza di superficie, pur messe insieme con tanta buona intenzione. Qua, invece, il film arriva, anche se, forse, lo fa ancora di più a visione finita da un pò, dando allo spettatore il tempo ed il modo di rielaborare quel che ha visto: sembra che, con a disposizione una storia in cui si potrebbe viaggiare a tutto sentimento, la regia smorzi puntualmente il potenziale pathos, per non cedervi. Invece, l'intero racconto è distillato con discrezione, iniettando l'aspetto emotivo nel pubblico, che sentirà tutta insieme la componente commovente di una concatenazione di affetti scomodi, non ammessi e inscindibili, portando in scena la ritrosia maschile a mostrare l'incrinatura dei sentimenti che emergono. Il nuovo attore Giulio Pranno è prodigioso nel rendere le movenze scoordinate, la gioia sempiterna degli occhi di questo ragazzo imprigionato nella mente di un bimbo, Claudio Santamaria fornisce vitalità al suo sbandato tuttavia di cuore, Valeria Golino dà giusti contrasti ad un personaggio sempre fuori posto, e Diego Abatantuono, con misura asseconda il gioco del regista, mostrando un'esuberanza leggera ed una malinconia in mezzi toni.
THE BUTTERFLY ROOM- La stanza delle farfalle
( The Butterfly room, I/USA 2012)
DI GIONATA ZARANTONELLO
Con BARBARA STEELE, Ellery Sprayberry, Heather Langenkamp, Ray Wise.
THRILLER
L'anziana e ben tenuta signora Ann coltiva con la bimba Alice un'amicizia molto stretta, quasi un rapporto madre/figlia, dato che la vera mamma della piccola non è proprio un personaggio raccomandabilissimo, visto che "noleggia" come figlia di comodo la ragazzina. Il problema è che la matura e raffinata Ann, oltre a possedere una collezione di farfalle molto ampia, ha qualcosa che non va nella mente, e comincia ad uccidere con una certa destrezza diverse persone, utilizzando, più o meno, i metodi usati per raccogliere i lepidotteri. Dal proprio romanzo "Alice dalle 4 alle 5", Gionata Zarantonello, vicentino probabilmente cresciuto con il culto dell'horror, ha tratto un thriller di ambientazione americana, che, consapevolmente cinefilo, mette in scena diversi volti assai conosciuti dagli appassionati: dalla protagonista Barbara Steele, in gioventù eroina dark di Mario Bava ed altri registi specializzati nel far paura, alla Heather Langenkamp del primo e terzo "Nightmare", ed altri ancora. "The Butterfly room" procede in maniera abbastanza prevedibile nel mostrare l'escalation nella follia del personaggio principale, cui la Steele fornisce sinistri sguardi e freddezza nel compiere delitti feroci ( quello della madre della bambina è particolarmente crudele, nella sua goffa verosimiglianza), e bisogna riconoscere al regista almeno un paio di sequenze piuttosto inquietanti: il finale, che vede come da canone del genere uno showdown che fa esplodere del tutto la pazzia della killer, non convince del tutto, e sa di forzato. Pure l'ultima scena, che vorrebbe riaumentare i brividi accennando al fatto che forse gli orrori non sono finiti, è un passo conosciuto. Peccato, perchè Zarantonello, pur nel ripristino del genere puro, ci sa fare sia con la conduzione degli attori, sia nella gestione della suspence, per quanto appunto non ci siano veri e propri colpi di scena.
LA FAMIGLIA ADDAMS
( The Addams family, USA/CAN/GB 2019)
DI GREG TIERNAN, CONRAD VERNON
ANIMAZIONE
COMMEDIA/FANTASTICO/HORROR
Già balzati all'occhio dei cinefili con "Sausage party- Vita segreta di una salsiccia", tre anni fa, Greg Tiernan e Conrad Vernon avevano girato appunto un cartoon in cui emergeva una vena di crudezza non solitamente riscontrabile in questa sfera cinematografica: gli alimenti protagonisti erano inconsapevoli della loro funzione, e andavano incontro alla propria fine non allegramente. Per una nuova versione, animata, certo, della famigliola atipica creata da Charles Addams all'inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, e divenuta una serie tv celebre a metà di quella decade, si è pensato a loro: e voilà Gomez e Morticia, il maggiordomo in odor di non morto Lurch, i bimbi Mercoledì e Pugsy, la nonna, il cugino It, "Mano" eccetera. Qui si racconta anche come gli Addams si sposano, si trasferiscono nella nota casa spettrale che abitano allegramente, a modo loro, di come incontrano appunto il taciturno servitore, e di come la comunità limitrofa accoglie gli strambi e dark nuovi arrivati. Realizzato con una grafica che "tondeggia" con molto ausilio del computer i personaggi e gli sfondi, il nuovo cartoon ha dei momenti divertenti, qualche passaggio d'estro (Lurch che intona "Everybody hurts" dei REM in falsetto...), e ribadisce la morale di fondo dei personaggi, freaks assoluti che danno lezione di civiltà ai "normali" semplicemente essendo se stessi, senza stupirsi delle eventuali differenze o accettandole senza neanche porsi la questione dell'approccio. Un classico rivisitato, cui un ritmo più fluido e una maggior attenzione a elaborare una storia vera e propria avrebbe giovato maggiormente: così, sembra quasi un bignamino del mondo degli Addams per le ultimissime generazioni, che allo spettatore adulto manda un costante senso di dejà-vu.